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          8 Ott, 2019 | Società

          L’insegnante di sostegno è un docente che si occupa di seguire bambini con disabilità e disturbi del comportamento. Ecco cosa sapere su chi è e cosa fa un insegnante di sostegno, come diventarlo e come richiedere la sua presenza.

          ruolo dell'insegnante di sostegno

          Ruolo e funzioni dell’insegnante di sostegno

          L’insegnante di sostegno è un docente che ha il compito di facilitare l’apprendimento degli alunni a lui affidati. Si tratta di una persona che ha competenze specifiche nell’ambito pedagogico e didattico, che le permettono di intraprendere, con lo studente a lui assegnato e con il gruppo classe, un percorso di integrazione, attraverso la mediazione. L’insegnante di sostegno, infatti, è in tutto e per tutto il docente della classe in cui opera, di cui è contitolare insieme ai docenti che si occupano di insegnare le materie tradizionali.

          Solitamente, questa figura si trova all’interno delle classi della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, e svolge una fondamentale funzione di supporto dell’attività didattica.

          Quali sono i suoi compiti?

          I compiti dell’insegnante di sostegno sono piuttosto complessi, e non si limitano all’insegnamento delle materie di studio all’alunno a lui affidato. Il suo ruolo principale è quello di far integrare i bambini con disabilità, impiegando metodi didattici idonei al tipo di handicap del bambino e alle sue necessità.

          Tra i principali compiti che svolge ci sono:

          • insegnamento dei contenuti didattici;
          • consultazione della documentazione riguardante l’alunno che necessita di supporto;
          • accoglienza dell’alunno e dei suoi genitori;
          • osservazione dell’alunno all’interno del contesto della classe e delle relazioni che sviluppa con i compagni;
          • stesura del P.D.F. (Profilo Dinamico e Funzionale) e del P.E.I. (Piano Educativo Individualizzato), collaborando con gli altri insegnanti, coi genitori e con gli specialisti dell’ASL;
          • partecipazione, insieme al referente ASL, al neuropsichiatra infantile, alla famiglia del bambino, al coordinatore di classe e al segretario del consiglio di classe, al GLH (Gruppo di Lavoro sull’Handicap), che viene convocato dal Dirigente d’Istituto a inizio anno scolastico;
          • stesura di una programmazione personalizzata del lavoro, con l’impiego di strumenti specifici.

          Quante ore ha a disposizione l’insegnante di sostegno?

          Il numero di ore in cui un insegnante di sostegno viene messo a disposizione di una classe è deciso dall’Ufficio Scolastico Regionale, dopo che tale organo avrà valutato di volta in volta la situazione degli alunni che richiedono il sostegno. Il massimo di ore fruibili diminuisce man mano che aumenta il grado di istruzione: per la scuola dell’infanzia si ha a disposizione 25 ore settimanali; per la scuola primaria 22; per la scuola secondaria di primo grado 18.

          Principali riferimenti normativi

          La figura dell’insegnante di sostegno nasce nel 1975, anno in cui è stata istituita attraverso il D.P.R. 970/75, ed è regolamentata da una normativa piuttosto ampia e variegata, composta da leggi che si sono succedute nel corso degli anni:

          • Legge517/77. Ratifica la legge del 1975 e sancisce il diritto delle persone portatrici di handicap a frequentare la scuola;
          • nella legge 104/92 ( Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente abili) viene sancito che l’attività dell’insegnante di sostegno è rivolta all’intera classe frequentata dall’alunno portatore di handicap e ne specifica le funzioni;
          • i DM 331/98 e 141/99 regolamentano l’assegnazione delle ore di sostegno e la formazione delle classi.

          Perché è importante l’insegnante di sostegno nella formazione del disabile?

          Quella dell’insegnante di sostegno è una figura di fondamentale importanza per il successo del percorso scolastico di tutti quegli alunni che hanno dei bisogni educativi speciali. Figura che, negli anni, si è sempre più specializzata, per andare incontro alle esigenze dei bambini con disabilità.

          Si tratta di una figura importante non solo per i bambini e i ragazzi che hanno una qualche forma di handicap, ma per l’intero gruppo di alunni che frequenta la classe, perché è in grado di offrire consigli e sostegno a chiunque ne abbia bisogno.

          Le sue competenze, conseguite attraverso la frequenza di appositi corsi, consentono all’insegnante che si occupa di sostegno di mettere in pratica specifiche attività didattiche finalizzate a rendere l’alunno in grado di apprendere ciò che gli viene insegnato, e a raggiungere obiettivi ben definiti, infondendogli fiducia in sé stesso e aiutandolo a superare i momenti di difficoltà.

          Come si diventa insegnante di sostegno?

          Mentre una volta chiunque avesse la qualifica di insegnante poteva diventare insegnante di sostegno, oggi è richiesta una maggiore competenza a coloro che decidono di mettere le proprie capacità e il proprio tempo a sevizio degli alunni che hanno necessità speciali.

          Chi vuole diventare insegnante di sostegno nella scuola primaria o in quella dell’infanzia deve:

          • essere in possesso di una laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria o di un diploma sperimentale a indirizzo linguistico conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002;
          • aver svolto almeno 2 anni di servizio (anche non continuativi) negli ultimi 8 anni;
          • aver seguito il corso di specializzazione didattico per l’inclusione scolastica, della durata di un anno, che si tiene presso le Università.

          Anche chi desidera diventare insegnante di sostegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado deve frequentare lo stesso corso ed essere in possesso dell’abilitazione all’insegnamento oppure di una laurea magistrale idonea all’insegnamento con 24 CFU in ambito socio – psico – pedagogico.

          Tutti gli insegnanti che sono in possesso dei requisiti descritti qui sopra possono partecipare ai concorsi pubblici per diventare insegnanti di sostegno che vengono emessi periodicamente.

          Dopo aver superato il concorso, l’insegnante di sostegno sosterrà un anno di insegnamento in prova. Se la sua attività verrà valutata positivamente, entrerà a far parte del personale di ruolo.

          Come si richiede l’insegnante di sostegno?

          Per poter richiedere l’insegnante di sostegno il passaggio più importante da mettere in atto è senza dubbio il riconoscimento dell’handicap del proprio bambino. Senza un documento che attesti la presenza di una qualche forma di handicap, non si ha diritto all’assistenza da parte dell’insegnante di sostegno. Per questo, anche su consiglio della scuola, si deve richiedere una valutazione al reparto di neuropsichiatria infantile della propria ASL di appartenenza.

          Se dalla visita con il neuropsichiatra infantile emergerà la necessità dell’appoggio di un insegnante di sostegno per il bambino, lo specialista spiegherà ai genitori come richiedere l’accertamento dell’handicap.

          In questo caso, il termine handicap indica una persona affetta da una minoranza fisica, psichica o sensoriale, che non le consente di avere una normale vita sociale e provoca difficoltà di apprendimento (non rientrano in questa categoria le persone affette da DSA).

          Una volta effettuato tale accertamento (sul documento deve essere indicata la necessità di avere un insegnante di sostegno), tutta la documentazione, corredata da un certificato introduttivo stilato dal proprio medico, deve essere trasmessa all’INPS in via telematica. In seguito all’invio della domanda, si potrà scegliere la data della visita medica, avendo cura di non superare i 30 giorni dall’invio della domanda, o sarà necessario ripetere la procedura.

          Se la commissione esaminatrice dell’INPS riterrà che il bambino abbia necessità di essere assistito da un’insegnante di sostegno (la comunicazione dell’esito verrà data alla famiglia entro 30 giorni dalla visita), il verbale stilato dall’INPS andrà consegnato alla scuola, insieme alla Diagnosi Funzionale preparata dall’Unità Multidisciplinare della Neuropsichiatria Infantile.

          A questo punto, il dirigente scolastico trasmetterà tutta la documentazione all’Ufficio Scolastico Regionale, che stabilirà il numero di ore di sostegno necessarie.

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