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Montascale per Anziani e Disabili

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          30 Ott, 2025 | In evidenza, Normative, Salute

          L’indennità di accompagnamento è un sostegno economico fondamentale per anziani e persone con disabilità che necessitano di assistenza continua, ma spesso non si fa come funziona. Ecco una piccola guida in cui spieghiamo i requisiti richiesti e la procedura, e anche le detrazioni fiscali che puoi usare se vuoi acquistare un montascale o un servoscala.

          Indennità di Accompagnamento invalidi civili 2025

          Per il 2025, l’indennità di accompagnamento INPS è stata incrementata a 542,02 euro mensili, rispetto ai 531,76 euro del 2024. Questo aumento, seppur modesto, rappresenta un aiuto pur sempre valido per sostenere le spese di assistenza domiciliare e cura.

          Per gli invalidi civili ciechi assoluti, l’importo dell’indennità di accompagnamento sale a 1.022,44 euro mensili, confermando l’attenzione particolare verso questa categoria di disabilità.

          Importante: La prestazione viene erogata per 12 mesi senza tredicesima mensilità, per un totale annuale di 6.504,24 euro.

          Chi ha diritto all’Indennità di Accompagnamento?

          L’indennità di accompagnamento per anziani e disabili spetta a chi presenta tutti i seguenti requisiti:

          • Invalidità civile del 100% riconosciuta dall’INPS
          • Impossibilità di deambulazione autonoma senza l’aiuto costante di un accompagnatore
          • OPPURE impossibilità di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita (igiene personale, vestirsi, alimentarsi, gestire i bisogni fisiologici)

          Inoltre:

          • Cittadinanza italiana o europea con residenza stabile in Italia
          • Cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo (almeno un anno)
          • Residenza abituale e continuativa sul territorio italiano

          Nessun limite di età o reddito: l’indennità di accompagnamento è compatibile con qualsiasi reddito e può essere richiesta a qualunque età.

          Invalidità Civile 100% e Indennità di Accompagnamento: non basta solo l’Invalidità

          Un errore comune è pensare che l’invalidità civile al 100% garantisca automaticamente il diritto all’accompagnamento. La realtà è diversa: l’invalidità totale è solo il primo requisito necessario.

          Per ottenere l’indennità di accompagnamento INPS, è fondamentale dimostrare l’impossibilità assoluta di:

          • camminare senza assistenza continua
          • svolgere le attività di base della vita quotidiana senza aiuto costante

          La differenza tra “difficoltà nell’eseguire” e “impossibilità totale” è cruciale per il riconoscimento del beneficio.

          Come richiedere l’Indennità di Accompagnamento procedura

          Passo 1: Certificato Medico

          Il primo step per la domanda indennità di accompagnamento è ottenere il certificato medico dal proprio medico di base (abilitato alla trasmissione telematica INPS). Il medico deve specificare:

          • Le patologie invalidanti
          • La condizione di non autosufficienza
          • L’impossibilità di deambulazione o di compiere atti quotidiani

          Passo 2: Domanda Amministrativa INPS

          Entro 90 giorni dal certificato medico, è necessario presentare la domanda INPS indennità accompagnamento attraverso:

          • Online sul portale INPS con SPID, CIE o CNS
          • Patronato (opzione consigliata per la complessità della procedura)
          • Associazioni di categoria (ANMIC, ENS, UIC, ANFASS)

          – Procedure Semplificate per Indennità di Accompagnamento a Firenze, Brescia, Salerno e altre città. In alcune province italiane (Firenze, Brescia, Salerno e altre), dal 1° gennaio 2025 è attiva una procedura semplificata dove il certificato medico avvia automaticamente tutto l’iter amministrativo. 

          Visita INPS per l’Indennità di Accompagnamento

          La commissione medica INPS convocherà il richiedente per la visita di accertamento, durante la quale verranno valutati:

          • Condizioni cliniche generali
          • Capacità di deambulazione autonoma
          • Autonomia negli atti quotidiani della vita
          • Test come l’ADL (Activities of Daily Living)

          È consigliabile portare:

          • Tutta la documentazione medica specialistica
          • Referti di esami clinici
          • Un familiare o accompagnatore se necessario

          Quando NON Spetta l’Indennità di Accompagnamento

          L’indennità viene sospesa nei seguenti casi:

          • Ricovero gratuito in istituto sanitario per più di 30 giorni consecutivi
          • Percezione di indennità simili per cause di guerra, lavoro o servizio
          • Trasferimento di residenza all’estero

          Come fare ricorso indennità accompagnamento

          In caso di diniego indennità accompagnamento, è possibile:

          • Fare ricorso al Tribunale entro 6 mesi dalla comunicazione
          • Presentare nuova domanda se le condizioni si aggravano
          • Richiedere aggravamento invalidità civile

          È fondamentale affidarsi a un legale specializzato in diritto previdenziale per massimizzare le possibilità di successo.

          Legge 104 e Indennità di Accompagnamento: cosa spetta ai Caregiver

          I familiari che assistono il beneficiario dell’indennità hanno diritto ai permessi Legge 104. Tra questi ci sono:

          Permessi Lavorativi per Assistenza

          • 3 giorni di permesso mensile retribuito
          • Congedo straordinario fino a 2 anni
          • Priorità nella scelta della sede lavorativa
          • Possibilità di trasformazione a part-time

          Ordine di Priorità per i Permessi

          1. Coniuge o convivente di fatto
          2. Genitori o figli
          3. Fratelli e sorelle
          4. Parenti di terzo grado (solo in casi specifici)

          Aspetti fiscali dell’indennità di accompagnamento

          L’indennità di accompagnamento è un sostegno importante, pensato per chi non è autosufficiente. Ma spesso ci si chiede: “Come funziona dal punto di vista fiscale? Devo dichiararla? Viene tassata?” La risposta è semplice: no, non devi preoccuparti di tasse o trattenute.

          Ecco cosa significa in pratica:

          • Non devi dichiararla nei redditi
            L’indennità di accompagnamento non è considerata un reddito, quindi non va inserita nella dichiarazione dei redditi. È un aiuto che ricevi direttamente, senza complicazioni burocratiche in più.
          • Non c’entra l’ISEE
            A differenza di altri bonus o contributi, qui non conta quanto guadagni o quale sia il tuo patrimonio. Il diritto all’indennità si basa solo sulla condizione di salute e sul grado di non autosufficienza, non sulla situazione economica.
          • Ricevi tutto l’importo, senza trattenute
            Quello che ti viene riconosciuto è l’importo che ricevi per intero, senza tasse o contributi da pagare. Un sostegno netto, che puoi usare liberamente per gestire al meglio la tua quotidianità.
          • Si interrompe al decesso, non passa agli eredi
            L’indennità di accompagnamento è personale: serve a sostenere la persona che ne ha diritto durante la vita. Alla morte del beneficiario, il contributo si interrompe e non viene trasferito ai familiari.

             

             

          Servizi Regionali aggiuntivi per l’Accompagnamento

          L’indennità di accompagnamento è un aiuto importante, ma non è l’unico sostegno disponibile. Oltre al contributo nazionale, infatti, molte Regioni mettono a disposizione altri servizi e agevolazioni che possono alleggerire la vita di chi assiste una persona cara.

          In alcune zone puoi trovare:

          • assegni di cura regionali dedicati agli anziani non autosufficienti,
          • contributi per le spese della badante o di un assistente domiciliare,
          • servizi di assistenza domiciliare integrata, con personale sanitario che viene a casa,
          • centri diurni e servizi territoriali che accolgono la persona per alcune ore e permettono a chi se ne prende cura di avere un po’ di respiro.

             

          Ogni Regione ha le sue regole, quindi il consiglio più utile è quello di rivolgersi sempre ai servizi sociali del proprio Comune, così da sapere con precisione a quali opportunità si ha diritto.

          Per alcune patologie, come l’Alzheimer, la demenza senile o altre malattie neurodegenerative, la valutazione per ottenere l’indennità si concentra soprattutto sulla reale autonomia della persona. Conta, ad esempio, se riesce o meno a orientarsi nello spazio e nel tempo, mantenere l’igiene personale, alimentarsi da sola e vivere in casa in sicurezza.

          L’Indennità di Accompagnamento: a chi rivolgersi!

          L’indennità di accompagnamento 2025 non è un sussidio assistenziale, ma un diritto soggettivo riconosciuto dalla legge italiana a chi si trova in condizione di totale non autosufficienza.

          Non esistono motivi per sentirsi in colpa nel richiederla: si tratta di esercitare un diritto che lo Stato riconosce per sostenere i costi aggiuntivi legati alla disabilità e alla non autosufficienza.

          La previdenza sociale italiana prevede questo strumento proprio per garantire dignità e supporto concreto alle persone più fragili e alle loro famiglie.

          Sappiamo però che la complessità burocratica dell’iter indennità accompagnamento può spaventare, quindi il nostro consiglio è quello di affidarsi a:

          • Patronati (servizio completamente gratuito)
          • CAF specializzati in invalidità civile
          • Associazioni di categoria per disabili
          • Avvocati specializzati in diritto previdenziale (per i ricorsi)

          Con l’Indennità di Accompagnamento posso richiedere un Montascale o un Servoscala?

          Molte persone si chiedono se l’indennità di accompagnamento e il montascale siano collegati. La risposta è: non direttamente. L’indennità di accompagnamento è un aiuto economico che lo Stato riconosce a chi non è autosufficiente e ha bisogno di assistenza continua, indipendentemente dal reddito o da eventuali lavori in casa.

          Detto questo, c’è un legame indiretto: oggi chi riceve l’indennità rientra quasi sempre nelle categorie che hanno diritto alle agevolazioni fiscali per l’acquisto e l’installazione di un montascale. In altre parole, il montascale non viene pagato con l’indennità, ma grazie a bonus e detrazioni specifiche.

          Ecco le principali:

          • Bonus Barriere Architettoniche (75%): detrazione fiscale per chi elimina barriere architettoniche, valida fino al 31 dicembre 2025.

             

          • IVA agevolata al 4%: sull’acquisto di montascale e ausili.

             

          • Detrazione IRPEF del 19%: sulle spese sanitarie, compresi gli ausili per la deambulazione.

             

          • Contributi della Legge 13/1989: contributi a fondo perduto che si richiedono al Comune per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

             

          Per approfondire puoi leggere:
          👉 Le agevolazioni fiscali sui montascale Ceteco
          👉 Bonus barriere architettoniche e montascale TK Home Solutions

          In pratica, anche se l’indennità di accompagnamento e le detrazioni per i montascale non sono la stessa cosa, entrambe hanno lo stesso obiettivo: migliorare la vita quotidiana di chi ha difficoltà di movimento.

          Vuoi capire meglio a quali bonus sui Montascale e Servoscala hai diritto e come richiederli? Scrivi a Ceteco: un consulente ti aiuterà passo passo, senza impegno, per trovare la soluzione più adatta a te.

          P.s. Per informazioni aggiornate e assistenza nella presentazione della domanda, rivolgiti sempre ai Patronati o alle associazioni di categoria della tua zona. 

           

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