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          23 Ago, 2019 | Società

          Quali sono le forme di inquinamento che possono danneggiarci nei luoghi chiusi? E come si può fare per combatterle? Ecco le informazioni necessarie per proteggere il nostro benessere.

          Inquinamento indoor: i consigli per combatterlo

          Cos’è l’inquinamento indoor?

          L’inquinamento indoor è l’inquinamento dell’aria all’interno di un luogo chiuso: casa, uffici, scuole, locali pubblici, ospedali, negozi, mezzi di trasporto ecc.

          L’inquinamento indoor può essere anche di gran lunga superiore a quello esterno, poiché le fonti di inquinamento potenziali, in questi ambienti, entrano in contatto con noi per un tempo prolungato, superiore a quello che trascorriamo all’aperto.

          L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato infatti che il cittadino europeo medio passa quasi il 90% del suo tempo al chiuso, tra abitazione e luogo di lavoro. E gli studi più recenti hanno dimostrato che negli ambienti chiusi vi sono circa 150 sostanze pericolose, in alcuni casi dall’accertata tossicità per l’organismo, con cui siamo in contatto ogni giorno.

          Sempre in base ai dati, l’inquinamento indoor è la principale causa di alcune patologie croniche, principalmente a carico dell’apparato respiratorio, delle mucose e della pelle. In particolare, sembra che siano da imputare agli effetti dell’inquinamento indoor quasi il 5% delle morti, e il 30% delle disabilità, che colpiscono i bambini fino a 4 anni di età.

          È stato perfino coniato un termine apposito, “Sick Building Syndrome” (SBS o sindrome da edificio malato), per indicare una serie di disturbi quali cefalea, irritazione agli occhi, nausea e sonnolenza, che accomunano tutte le persone che abitano o risiedono in un edificio a forte presenza di inquinanti, e che scompaiono soltanto quando si esce dall’edificio incriminato.

          Questo quadro dimostra l’importanza di mantenere salubri gli ambienti interni. Fin dal 2000, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto, tra i diritti fondamentali dell’uomo, quello a godere di un ambiente indoor privo di inquinamento significativo. In Italia, dal 2010, un gruppo di studio guidato dall’Istituto Superiore di Sanità si occupa della ricerca sull’inquinamento indoor, sui suoi effetti e sulle soluzioni per evitarlo.

          Quali sono le cause dell’inquinamento indoor?

          L’inquinamento indoor, in linea di massima, ha le stesse tipologie di cause di quello outdoor: agenti chimici, fisici e biologici.

          Tuttavia, vi sono un paio di differenze: innanzitutto, le percentuali di questi stessi agenti sono diverse all’interno e all’esterno; in secondo luogo, i particolari contaminanti che potrebbero danneggiarci dentro casa sono diversi da quelli con cui entriamo in contatto fuori casa. Nello specifico:

          • quanto agli agenti fisici, essi sono solo il 10% di quelli totali, ma possono essere molto subdoli. Infatti, tra essi ricordiamo soprattutto i campi elettromagnetici, prodotti da apparecchi e impianti quali televisioni, monitor, radio, telefoni cellulari e altri elettrodomestici. Bisogna però anche menzionare l’inquinamento acustico, che può colpire un’abitazione non perfettamente isolata;
          • i contaminanti biologici costituiscono invece circa il 40% di quelli complessivi. Sono costituiti da microrganismi come batteri, virus o funghi (spesso trasmessi dalle persone o dagli animali domestici), ma anche da muffe sulle pareti, talvolta assai pericolose per la salute, o da organismi che possono provocare allergie, come gli acari della polvere;
          • infine, gli agenti chimici costituiscono da soli il 50% dei contaminanti presenti indoor. Essi possono derivare da forni, camini e caldaie a gas (come il monossido di carbonio o il biossido di zolfo); da fumo del tabacco, materiali da costruzione e arredi, stampanti, cancelleria (da cui derivano diversi composti organici volatili, in primis la formaldeide); dalle vernici (soprattutto il benzene); dagli impianti di condizionamento (come varie forme di particolato o gli idrocarburi aromatici policiclici); infine, dal terreno stesso (specie il gas radon).

          Essendo così diffuso indoor, l’inquinamento chimico è quello che merita una maggior attenzione. Oltre alle fonti di contaminanti chimici presenti nelle nostre case, anche solo aprire la finestra per un ricambio d’aria può portare nello spazio domestico grandi quantità di agenti pericolosi.

          Tra questi ultimi, quelli che probabilmente sono i più diffusi in assoluto, nonché i più dannosi a lungo termine, sono i cosiddetti VOC, i composti organici volatili. Si possono sviluppare da molteplici fonti, e spesso costituiscono da soli uno dei rischi ambientali più forti e sottovalutati.

          In particolare, menzioniamo ancora la formaldeide, uno dei VOC più dannosi: essa può provocare effetti a breve termine, come un esteso disagio sensoriale (irritazione agli occhi e alle mucose nasali), ma anche a lungo termine, derivanti da un’esposizione massiccia e ben più gravi.

          Occorre fare molta attenzione, dunque, in fase di acquisto e di utilizzo di alcuni prodotti che spesso contengono formaldeide, quali smalti, lacche per capelli, deodoranti e creme, ma anche detersivi e detergenti, colle, adesivi, solventi e soprattutto certi tipi di vernici e di tessuti.

          Come evitare o ridurre l’inquinamento dentro casa

          Si sa che è difficile difendersi del tutto dall’inquinamento, indoor o outdoor. Tuttavia, esistono alcune regole di base e diversi trucchi molto semplici per limitarlo, e ridurre fortemente i danni da esposizione prolungata.

          Buone pratiche per ridurre l’inquinamento indoor

          Soprattutto, per quanto riguarda l’inquinamento in casa, la prima cosa da fare è non fumare al chiuso. Ogni boccata di sigaretta aumenta esponenzialmente la concentrazione di polveri sottili e di moltissime altre sostanze tossiche. Anche fumare con la finestra aperta potrebbe non essere sufficiente, visto che le sostanze più leggere avrebbero comunque il tempo di depositarsi sui mobili e sugli oggetti circostanti. Si dovrebbe dunque fumare solo all’aperto o, ancor meglio, non fumare affatto.

          Se l’abitazione o il luogo di lavoro si trovano in un’area relativamente pulita, priva di inquinamento eccessivo e con un grado di smog nella norma, è molto utile arieggiare gli ambienti, e aprire le finestre qualche volta ogni giorno. In alternativa, la tecnologia può aiutare: si possono acquistare dei purificatori d’aria, magari avendo cura anche di sfruttarli per mantenere l’umidità ambientale tra il 40 e il 60%.

          Oppure, grazie a delle semplicissime piante da appartamento è possibile purificare l’aria, e ciascuna pianta ha un effetto maggiore su alcune sostanze nocive più che su altre. Qualche esempio: la dracena protegge dal tricoetilene (emesso dalle stampanti), e il ficus dalle sostanze prodotte dalla combustione; il crisantemo agisce contro l’ammoniaca, e aloe e felce sono utili contro le esalazioni di formaldeide.

          Combattere l’inquinamento alla fonte

          Certo, la massima efficacia si ottiene andando alla fonte: si può intervenire sull’inquinamento indoor a partire dalla scelta di mobili e rivestimenti. Il truciolare, presente in moltissimo mobilio economico, presenta il rischio di emanare formaldeide anche a temperatura ambiente: è bene scegliere sempre mobili e rivestimenti in legno massello o garantiti FF, ossia “formaldehyde free”.

          Anche colle, mastici, vernici e solventi possono rilasciare sostanze pericolose, come toluene e benzene. L’opzione migliore è ricorrere sempre a prodotti green e senza derivati del petrolio, che non emanano componenti volatili pericolose.

          Bisogna poi riservare la stessa attenzione anche a tende, tappeti e biancheria, che possono essere composte di tessuti trattati con coloranti e fissanti chimici e veicolare agenti nocivi. Il rimedio è ricorrere a tessuti biologici e di origine naturale, sostenibili e sicuri.

          Infine, sulle etichette di molti prodotti per la pulizia della casa, detergenti per il bagno e simili si leggono indicazioni relative al loro contenuto potenzialmente tossico, irritante o corrosivo. Anche il risciacquo con l’acqua potrebbe non essere sufficiente a rimuoverne i residui, spesso volatili. Dunque, si può optare per i moltissimi prodotti ecologici per la pulizia, oggi presenti anche nei supermercati generici.

          Consigli per combattere l’inquinamento dentro casa

          A livello, pratico, dunque, possiamo riassumere in poche e semplici indicazioni quanto abbiamo detto finora. In particolare, per sapere come combattere concretamente il problema dell’inquinamento indoor si può fare riferimento a un semplice gruppo di regole, anche alla luce degli accorgimenti diramati nel 2016 dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA).

          1. Per una buona qualità dell’aria, non si può prescindere innanzitutto dalle condizioni microclimatiche. Un ambiente equilibrato dal punto di vista della temperatura e dell’umidità favorisce un benessere ideale per la salute.
          2. Come abbiamo anticipato, aprire le finestre per 5-10 minuti, almeno due o tre volte al giorno, permette di evitare l’accumulo di componenti inquinanti, sia sotto forma di gas che di particelle.
          3. Bisogna curare la manutenzione degli impianti di condizionamento, deumidificazione e (se emettono aria) di riscaldamento. Essendo apparecchi dotati di filtri che si sporcano facilmente, pulirli spesso può migliorare significativamente la qualità dell’aria che respiriamo.
          4. Anche le cappe di aspirazione e ventilazione, da utilizzare sempre quando si cucina, vanno mantenute pulite e libere.
          5. Complice un’umidità elevata, potrebbe formarsi della muffa sulle pareti. Trattandosi di un agente potenzialmente nocivo, è bene rimuoverla subito con della candeggina.
          6. Dal momento che i detergenti, i deodoranti e i detersivi possono rilasciare sostanze volatili potenzialmente pericolose, bisogna usarli con parsimonia. Se possibile, è bene acquistarne di naturali.
          7. I tappeti catturano la polvere, la sporcizia e i batteri: è buona norma rimuoverli o, almeno, pulirli spesso.
          8. L’aspirapolvere utilizza un filtro per evitare che la polvere raccolta, e con essa tutti i possibili agenti nocivi, rimangano nell’ambiente. Quindi, il filtro va sostituito molto spesso.
          9. Se per il riscaldamento della casa si sfrutta una stufa a pellet o un camino, è importante fare in modo che siano dotati di un sistema per l’abbattimento degli inquinanti.
          10. Infine, ricordiamo ancora che fumare al chiuso è una pratica tra le più dannose in assoluto. Anche le candele, se producono fumo, andrebbero evitate.

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