Hai sentito parlare del Decreto Anziani o del bonus anziani 2025 e ti sei chiesto di cosa si tratta davvero? Bene, mettiamoci comodi e facciamo un po’ di chiarezza insieme. Perché dietro quei titoli complicati c’è una misura che riguarda da vicino tanti di noi, soprattutto chi ha superato gli 80 anni e ogni giorno deve fare i conti con problemi di salute e bisogno di assistenza continua.
La novità si chiama Prestazione Universale, un aiuto economico pensato per sostenere chi ha bisogno di cure domiciliari perché non è più autosufficiente. Ma attenzione: non è per tutti. È una misura sperimentale, valida dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, e prevede requisiti molto rigidi.
Decreto Anziani 2025: a chi è rivolta la Prestazione Universale?
Possono chiedere questa nuova prestazione solo le persone che:
- hanno almeno 80 anni,
- già percepiscono l’indennità di accompagnamento,
- si trovano in una situazione di bisogno assistenziale definita “gravissimo”,
- hanno un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro.
Insomma, serve davvero essere in condizioni di salute molto compromesse e anche con risorse economiche limitate. È l’INPS a valutare chi rientra in questi parametri, basandosi sia su documenti sanitari che su un questionario sociale.
Prestazione Universale: cos’è, in pratica, questo contributo?
Il contributo si divide in due parti:
- Quota fissa, che corrisponde al vecchio assegno di accompagnamento (nel 2025 pari a 542,02 euro al mese),
- Quota integrativa, chiamata anche “assegno di assistenza”, fino a 850 euro al mese.
Questo secondo importo però non arriva in automatico in tasca: serve a pagare un assistente familiare (almeno 15 ore settimanali) oppure servizi specifici di assistenza (come pasti a domicilio, pulizie, supporto psicologico, lavanderia…).
E attenzione: non si possono usare entrambe le modalità nello stesso mese, e bisogna dimostrare come si spende il denaro, altrimenti si perde il beneficio.
Come si fa domanda per la Prestazione Universale del Decreto Anziani?
La richiesta va presentata telematicamente all’INPS, accedendo con la propria identità digitale (SPID, CIE o CNS), oppure tramite un patronato. È possibile farlo dal primo giorno del mese in cui si compiono 80 anni, e fino alla fine del 2026.
Alla domanda bisogna allegare:
- la Dichiarazione Sostitutiva Unica per l’ISEE aggiornato,
- la certificazione di bisogno assistenziale gravissimo rilasciata dalla commissione INPS,
- la documentazione che attesti il diritto all’indennità di accompagnamento.
L’INPS controllerà tutto e, se i requisiti sono confermati, comincerà a erogare l’assegno dal mese di presentazione della domanda.
La Prestazione Universale è la nuova l’indennità di accompagnamento
Secondo i dati del Ministero del Lavoro e dell’INPS, il bonus potrebbe interessare al massimo 25.000 persone su oltre 1,5 milioni di anziani con gravi disabilità. Chi ha una forma “moderata” di demenza, chi ha bisogno di aiuto ma non rientra nella definizione di “gravissimo”, resterà escluso.
Bisogna ricordare che la Prestazione Universale assorbe l’indennità di accompagnamento: in sostanza, non si tratta di un aiuto “in più”, ma di una sostituzione, con l’aggiunta (eventuale) della quota integrativa.
Se tu, un familiare o una persona che conosci rientra in questi requisiti, vale la pena informarsi e valutare la domanda. È un’opportunità concreta, anche se riservata a pochi. Puoi chiedere aiuto a un patronato o consultare direttamente il portale INPS.
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