È assolutamente giusto e plausibile che la normativa italiana tuteli la vita lavorativa e preveda una serie di benefici a favore del lavoratore handicappato e del genitore o familiare che lo cura e sostiene. In particolare, tra tutte le leggi vi è la famosa Legge-quadro 104 del ’92 che prevede una serie di benefici a favore del lavoratore. Quasi vent’anni dopo, nel 2011, tale legge è stata definita con modalità più rigorose, per contrastare un fatto assai grave come gli abusi da parte di chi usufruisce dei benefici senza detenerne i diritti.
Uno degli Istituti che, a livello nazionale, interviene a far rispettare questa legge e a garantire l’accesso ai benefici a chi davvero ne ha diritto, attraverso apposite domande e un sistema informatico all’avanguardia, è l’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale). Soprattutto nel caso di impiegati che abbiano un datore di lavoro privato, questo Istituto si interessa di tutto l’iter che un disabile o il familiare di un disabile che necessita di godere dei diritti garantiti dalla legge 104, deve seguire per potere ottenere la giusta certificazione che gli garantisca l’accesso ai servizi e ai vantaggi garantiti a livello lavorativo e fiscale. Per i dipendenti del settore pubblico, sarà il responsabile dell’ufficio di competenza dell’amministrazione che si occuperà della domanda.
L’Istituto ha sviluppato un sistema informatico molto valido attraverso il quale tutti i lavoratori iscritti alle gestioni private INPS possono presentare le domande per le prestazioni a sostegno del reddito.
I Permessi Retribuiti secondo la Legge 104
I lavoratori che presentano una condizione di disabilità grave o i lavoratori che abbiano familiari in situazione di grave disabilità possono beneficiare dei permessi retribuiti.
La presentazione della domanda per ottenere i permessi retribuiti può essere presentata online all’INPS attraverso il servizio dedicato. Ma L’istituto mette a disposizione dei lavoratori anche un Contact Center, gratuito da rete fissa, attraverso il quale è possibile parlare con un operatore qualificato che saprà dare tutte le informazioni necessarie per aprire la pratica ed avviare l’iter di domanda. È possibile anche affidarsi agli enti di patronato attraverso i servizi telematici che questi offrono.
I permessi retribuiti saranno fruiti in tre giorni di permesso mensile retribuito che possono tramutarsi in modalità oraria per un massimo di 2 ore al giorno. È possibile, inoltre, richiedere un congedo retribuito che avrà una durata massima di 2 anni e che si può anche ottenere in modalità frazionata.
Requisiti necessari
Per prima cosa, per poter presentare le domande e fruire dei benefici legati alla legge 104 è necessario essere lavoratori dipendenti e assicurati per le prestazioni economiche presso l’INPS. Il riconoscimento della situazione di gravità della disabilità del soggetto che presenta la domanda o del familiare del lavoratore che accede al servizio, deve essere attestato da una commissione medica integrata che viene costituita per questo scopo dalla Asl di competenza o dall’INPS stesso. Fanno parte della commissione un medico dell’INPS e un operatore sociale. Il medico legale demandato dalla Asl certifica la natura dell’invalidità, le patologie invalidanti che colpiscono il paziente, tutte le patologie stabilizzate o ingravescenti che generano la non rivedibilità, quindi si occupa di trasmetterlo all’INPS. Nel certificato devono essere espressamente indicate la sussistenza di invalidità e l’eventuale non autosufficienza. A tal proposito, l’INPS mette a disposizione un preciso modello per redigere l’attestazione che potete trovare online con il nome di certificato SS3.
La procedura richiede l’invio telematico del modello e, in abbinamento al certificato medico che attesta il problema di salute, l’interessato trasmetterà all’INPS la domanda. Una volta completato l’iter, il medico dovrà farsi carico di stampare e consegnare al richiedente una ricevuta riportante il protocollo di invio. Per poter inoltrare la domanda, l’interessato dovrà conservare la ricevuta con il numero di protocollo che verrà richiesto proprio al momento della presentazione della domanda. Solo allora potranno essere fissate le visite mediche. Il termine per inoltrare la domanda all’INPS è di trenta giorni poiché dopo questi termine il certificato medico perde la sua validità.
Verifica dei requisiti
Ai fini della verifica, è possibile anche inoltrare un decreto di omologa del tribunale che attesti l’accertamento dei requisiti sanitari di patologia grave per accedere ai privilegi della legge.
Per sicurezza, è bene tenere a mente che la gravità della patologia, necessaria per la fruizione dei diritti che il testo della legge 104 garantisce, non prevede, nel caso di un familiare da assistere, che il soggetto abbia la necessità di un ricovero in ospedale che richieda un’assistenza continuativa. In tal caso, infatti, i diritti garantiti dalla legge 104 decadono.
Qualora la certificazione della disabilità tardasse ad arrivare entro 45 giorni dalla presentazione della domanda, il lavoratore può comunque presentare un certificato provvisorio rilasciato dalla ASL di competenza che deve contenere l’attestazione dell’accertamento sanitario delle difficoltà socio- lavorative, relazionali e situazionali che la patologia comporta nei soggetti. In questo caso, il medico specialista ASL si assume la piena responsabilità di ciò che sottoscrive.
Questa intestazione provvisoria può anche venire presa in considerazione prima dei 45 giorni a partire dalla data in cui si sia presentata la domanda di riconoscimento di disabilità grave e sarà valida fino all’emissione del certificato definitivo.
L’INPS richiede che qualsiasi cambiamento o variazione della situazione di fatto o di diritto venga tempestivamente comunicato, entro una finestra temporale di 30 giorni al massimo.
La visita medica
Una volta che la domanda è stata inoltrata, si fissa la data per la visita medica che può avvenire in un centro ASL o presso il domicilio del disabile. L’INPS si fa carico di inviare una raccomandata per notificare la data e l’orario dell’appuntamento che è tuttavia visibile anche sul sito sul quale potrete trovare una guida completa per qualsiasi informazione necessaria. Esiste la possibilità, in caso di imprevisti, di cambiare la data dell’appuntamento, ma è importante ricordare che qualora non ci si presenti per due convocazioni, il diritto a presentare la richiesta per usufruire dei diritti garantiti dalla legge 104 decade definitivamente.
Una volta che la procedura è andata a buon fine e il possesso di handicap in situazione di gravità è stato confermato, il disabile o i familiari che lo assistono accedono direttamente al diritto di godere dei permessi lavorativi retribuiti che corrispondono a tre giorni al mese di assenza; al diritto di rifiuto al trasferimento e al lavoro notturno; al congedo straordinario retribuito; alle agevolazioni fiscali per l’acquisto di autoveicoli, sussidi, attrezzature, spese mediche e assistenza personale specifica.
Le categorie che possono accedere a questo canale sono i lavoratori disabili; i genitori, naturali, adottivi o affidatari, di un figlio riconosciuto invalido in condizione di gravità; il coniuge, una delle due parti di una unione civile o un convivente di fatto e parenti o affini entro il III grado di familiari in condizione di disabilità grave. Ma vediamoli nello specifico:
- i coniugi conviventi o la parte dell’unione civile convivente della persona disabile in situazione di gravità. L’INPS ha disposto che i permessi previsti dalla legge potessero essere fruiti anche alle parti componenti una unione civile e ai conviventi di fatto, ma con esclusivo riferimento al proprio compagno. Pertanto, il diritto non può essere esercitato per l’assistenza dei parenti del convivente.
- i genitori naturali adottivi o affidatari della persona disabile in situazione di gravità. Nel caso dei genitori, questi possono anche avere diritto al congedo parentale retribuito prolungato. Il congedo parentale è un periodo di tempo che spetta a genitore che lo sceglie in maniera facoltativa e si astiene dal lavoro per un determinato periodo di tempo con una riduzione dello stipendio. Nel caso di un figlio con gravi disabilità, il genitore può richiedere un periodo di congedo parentale retribuito che può arrivare fino ai tre anni e che sarà retribuito con un’indennità corrispondente al 30% dello stipendio. Questo congedo può estendersi fino al compimento del dodicesimo anno d’età del bambino;
- i figli conviventi della persona disabile in situazione di gravità, esclusivamente nel caso in cui il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
- i fratelli o le sorelle conviventi della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente, entrambi i genitori e i figli conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
- i parenti o gli affini entro il III grado che si trovino in situazione di convivenza della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente, entrambi i genitori, i figli conviventi e i fratelli/sorelle conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.
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