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          7 Nov, 2019 | Accessibilità, In evidenza

          L’accessibilità dei musei non passa solo dall’abbattimento delle barriere architettoniche, ma si esprime anche attraverso la creazione di percorsi multisensoriali e l’impiego della tecnologia.

          musei accessibili

          Rendere accessibili i musei alle persone con disabilità è un obiettivo condiviso a livello nazionale da molte realtà sia pubbliche che private.

          L’obiettivo che si prefiggono molte strutture museali consiste nell’abbattere le barriere architettoniche, sensoriali e culturali per garantire pieno accesso anche alle persone con disabilità alla storia e alla cultura racchiuse nei nostri musei e favorire il turismo.

          Come cambia il significato di accessibilità in base alle diverse disabilità?

          Il concetto di accessibilità, sia in linea teorica che pratica, non è rigido, ma è, e deve essere, estremamente flessibile, perché deve abbracciare tutti i diversi tipi di disabilità.

          I criteri da applicare per valutare l’accessibilità di un luogo pubblico, di un edificio o di un servizio non possono essere gli stessi per le persone ipovedenti o non vedenti, per i non udenti, per gli anziani, per coloro che hanno difficoltà motorie o hanno problemi cognitivi, perché le esigenze di ognuno sono molto differenti.

          La cultura è un diritto universalmente riconosciuto, pertanto è fondamentale che i musei siano resi accessibili a tutte le persone con disabilità. Quando vengono progettati o ripensati gli spazi di un museo, perciò, è importante che si tenga conto del significato specifico che assume il termine accessibilità in relazione ai diversi tipi di disabilità, per offrire a tutti i visitatori la possibilità di fruire di tutti i suoi contenuti.

          In questo senso, è fondamentale l’impegno delle istituzioni e delle associazioni che si occupano di disabilità, per promuovere politiche volte a garantire la piena accessibilità dei musei.

          Nelle Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche emanate dal MiBAC vengono date indicazioni specifiche non solo per l’abbattimento delle barriere architettoniche che impediscono alle persone in carrozzina di accedere ai musei, ma vengono indicate anche diverse soluzioni che garantiscano l’accessibilità anche alle persone con altri tipi di deficit.

          Musei e percorsi multisensoriali: arte tattile, musica e profumi

          Una delle soluzioni più efficaci per garantire l’accessibilità dei musei alle persone con handicap di vario tipo è l’istituzione di percorsi multisensoriali.

          Le persone che non possono sfruttare appieno i propri sensi, come la vista o l’udito, beneficiano non solo della possibilità di usufruire di visite guidate, ma anche della creazione di percorsi che comprendono musica, colori, profumi e oggetti da toccare.

          A seconda del tema che viene approfondito dal museo, e dalle esigenze delle persone con disabilità diverse, infatti, può essere utile creare percorsi che implementino l’impiego di sensi diversi dalla vista, come l’udito, oppure l’olfatto, o, ancora, il tatto, per garantire che ognuno possa godere della conoscenza che viene offerta dal museo in piena autonomia.

          Ad esempio, un museo che ospita una mostra sugli strumenti musicali, beneficerà di supporti sonori che esaltino e integrino il percorso espositivo. Così come un percorso tattile, in braille o che riproduca l’opera in 3D, sarà utile per rendere fruibili le opere pittoriche a chi non ha possibilità di vederle.

          La predisposizione di un percorso multisensoriale, inoltre, può essere vista come un’opportunità di arricchire la propria esperienza anche dalle persone che non hanno alcuna disabilità.

          I totem sensoriali del museo Omero

          Un progetto molto interessante, nell’ambito della creazione di percorsi multisensoriali, è quello proposto dal Museo Omero (il primo museo tattile in Italia) ai bambini e ai ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado, che prevede la creazione di un totem sensoriale.

          Il totem sensoriale non è altro che un libro tattile che descrive l’architettura attraverso parti in rilievo, scrittura in Braille per favorire la lettura e collage realizzati con diversi materiali, che può essere integrato anche da audioguide, per offrire alle persone con disabilità delle esperienze il quanto più possibile complete.

          Musei per tutti: il progetto della Fondazione DeAgostini

          Nel 2015 la Fondazione DeAgostini, insieme all’associazione l’Abilità Onlus, ha avviato il progetto “Musei per tutti”, per favorire l’accesso alla visita dei musei da parte delle persone con disabilità cognitive.

          I primi tre musei ad aderire al progetto sono stati la Reggia di Venaria Reale, il Museo Archeologico di Cremona, il Museo delle Culture del Mondo del Castello d’Albertis, a Genova.

          Dopo una prima fase di progettazione e ricerca, al personale dei musei è stata fornita una formazione specifica, sono stati predisposti servizi educativi, itinerari di visita e materiali idonei ad una consultazione facilitata.

          Accessibilità e innovazione: come usare la tecnologia per favorire l’inclusione

          La tecnologia è entrata prepotentemente a far parte della nostra quotidianità e può, e deve, essere sfruttata per migliorare la vita di tutti noi, in particolare delle persone con disabilità. Il suo impiego nei musei è non solo utile, ma fondamentale, per garantire una completa accessibilità delle opere e dei servizi. Tra le tecnologie che possono essere impiegate per rendere accessibili i musei ci sono:

          • supporti multimediali, come schermi e proiettori per veicolare contenuti video, anche con sottotitoli;
          • postazioni multimediali, dotate di schermi tattili e e – book facilmente sfogliabili che descrivano i percorsi espositivi che si stanno visitando;
          • audioguide;
          • visite virtuali;
          • tecnologia 3D;
          • tecnologia digitale.

          Negli ultimi anni, stanno nascendo numerosi progetti di ricerca incentrati sull’applicazione della tecnologia nell’ambito dell’accessibilità museale.

          Visite virtuali

          Esistono moltissimi modi per impiegare la tecnologia in modo da rendere accessibili i musei. Uno di essi sono le visite virtuali: grazie agli strumenti tecnologici che abbiamo oggi a disposizione, è possibile visitare un museo rimanendo comodamente seduti a casa propria, davanti allo schermo del pc o del tablet.

          Tecnologia 3D

          La tecnologia 3D sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nella creazione di strumenti utili a favorire l’accessibilità dei musei anche alle persone con disabilità. ArcheoLab, realtà nata a Parma nel 2014, ha messo a disposizione dei musei di diverse città italiane la tecnologia 3D, per rendere il patrimonio culturale maggiormente accessibile.

          In particolare, la creazione di stampe 3D in rilievo da parte di ArcheoLab, realizzata con materiali differenti, è uno strumento utile per aiutare le persone con difficoltà visive a godere appieno di beni culturali quali opere d’arte e dei reperti archeologici e favorirne la valorizzazione.

          L’impiego di supporti in 3D, spesso, vien integrato con altri strumenti tecnologici, come le audioguide, o analogici, come le schede in braille.

          Quanto è importante la formazione degli operatori museali

          L’accessibilità di un museo non si misura solamente dagli strumenti che mette a disposizione delle persone con disabilità per abbattere le barriere fisiche, architettoniche e sensoriali, ma anche dalla sensibilità e dalla competenza del personale che lavora all’interno della struttura.

          Purtroppo, ad oggi, non è possibile usufruire una formazione del personale specifica, che coniughi le competenze necessarie a lavorare in un museo con quelle utili a seguire in maniera attenta i bisogni delle persone con disabilità.

          Cosa deve fare, quindi, un operatore museale che voglia specializzarsi nell’ambito dell’accessibilità museale?

          Per ottenere le competenze necessarie a diventare operatori che sappiano comprendere e mettere in atto i valori di accessibilità e inclusione, si deve procedere con una formazione trasversale. Chi si occupa di progettazione, ad esempio, può specializzarsi nello studio della materia del design inclusivo. Mentre chi sta a contatto con il pubblico può studiare la lingua dei segni.

          La base, ogni caso, resta sempre un corso universitario che abbia affinità con i temi strettamente legati all’ambito museale. Tale esperienza può essere integrata, poi, con letture specifiche sull’accessibilità, con il volontariato, con la visita ai musei che hanno fatto dell’accessibilità il loro punto di forza, con lo studio e l’osservazione di ciò che accade in altri Paesi e con la partecipazione a convegni, seminari e incontri sul tema.

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