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Montascale per Anziani e Disabili

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          9 Set, 2019 | Società

          Le residenze sanitarie assistenziali (RSA) sono una grande risorsa per i cittadini anziani non autosufficienti e bisognosi di cure continue. Ecco che cosa sono le RSA, come sono organizzate e come si può aprirne una.

          Cosa sono le residenze sanitarie assistenziali

          Le residenze sanitarie assistenziali (o RSA) sono una particolare tipologia di strutture di ospitalità e di ricovero per un tempo determinato o continuativo. Sono dedicate agli anziani o ai soggetti con disabilità o non autosufficienti che non possono essere assistiti a domicilio e necessitano di cure e supporto costante.

          La loro organizzazione, dunque, le distingue da altre strutture, quali:

          • l’ospedale, poiché il ricovero ospedaliero è destinato a interventi temporanei o a carattere emergenziale;
          • la casa di cura, i cui pazienti soffrono di patologie gravi acute o croniche e abbisognano di un trattamento continuo a tutela della loro salute;
          • la più classica casa di riposo, in cui trovano spazio gli anziani che hanno conservato almeno in parte la loro autonomia e la loro autosufficienza, e sono alla ricerca di aiuto generico più che di cura.

          La legge n. 67/88, il D. M. n. 321/89 e il D. P. C. M. del 22.12.89 istituiscono formalmente la RSA come struttura stabile e dai contorni legali ben definiti. In base a tali norme, la RSA è finalizzata a fornire ai propri ospiti accoglienza e terapie a carattere sanitario, nonché prestazioni assistenziali e di recupero funzionale e sociale.

          A livello di tipologia di interventi residenziali, la RSA si situa all’interno del settore sanitario, ed è inserita in una rete di servizi territoriali (come strutture ospedaliere e poliambulatoriali) che, secondo le normative nazionali e regionali che ne regolano la pianificazione, la gestione e il coordinamento, fanno capo alle attività socio-sanitarie locali e all’ASL di riferimento.

          La RSA, insomma, sta a metà tra due tipologie di servizi sul territorio, quello di base (assistenza medica generica, assistenza domiciliare, ospedalizzazione, centri diurni) e quello specialistico (poliambulatori, centri di riabilitazione, divisioni ospedaliere geriatriche). Da entrambi i livelli, la RSA attinge prestazioni e personale, coordinandosi con le altre realtà sul piano istituzionale e sul piano operativo, cioè attraverso i protocolli di lavoro e gli aspetti organizzativi.

          Come operano le residenze sanitarie assistenziali

          Le attività delle RSA

          In linea di massima, le RSA devono privilegiare dei modelli di attività che favoriscano il più possibile l’autonomia residuale degli ospiti, garantendo al contempo terapie farmacologiche e di rieducazione funzionale. Queste ultime possono comprendere:

          • riabilitazione globale, finalizzata a raggiungere un recupero che consenta all’ospite il ritorno alla propria abitazione;
          • riabilitazione di mantenimento, allo scopo di evitare il peggioramento delle condizioni;
          • riattivazione psicologica e sociale, utile a prevenire l’emarginazione e l’isolamento;
          • prevenzione della sindrome da immobilizzazione per gli ospiti costretti a letto, necessaria a evitare piaghe da decubito, infezioni o peggioramento generale dei deficit motori o cognitivi.

          L’autonomia degli ospiti viene favorita incoraggiando e supportando l’espletamento di attività quotidiane come il lavaggio, l’alimentazione, il riposo e l’alzata mattutina. Naturalmente, gli orari fisiologici, i bisogni e i ritmi degli anziani vanno rispettati il più possibile, offrendo ove opportuno la possibilità di scelta tra due fasce orarie per i pasti.

          L’obiettivo ideale è fare in modo che nella RSA gli ospiti possano trovare un’organizzazione simile a quella familiare precedente il ricovero, per quanto possibile. A questo scopo, devono essere sfruttati al meglio gli spazi e i tempi comuni, sia interni che esterni alla struttura, per favorire la socializzazione e non isolare l’ospite dalla vita famigliare e delle amicizie.

          Un quarto dei posti disponibili nelle RSA viene riservato alle demenze. Molte RSA dispongono di un “nucleo Alzheimer” atto ad accogliere le persone con morbo di Alzheimer o, in generale, disturbi di natura cognitiva e comportamentale. Si tratta di un’area strutturata in base a criteri che aiutino l’ospite a orientarsi e a sentirsi a proprio agio.

          Inevitabilmente, nella RSA occorre individuare le forme di supporto psicologico, morale e spirituale per accompagnare e preparare dignitosamente l’ospite terminale alla morte, sostenendo inoltre la famiglia nell’elaborare il lutto.

          Quanto al personale delle RSA, esso prevede diverse figure professionali, in genere operatori con un’apposita formazione nel settore. Tra questi possiamo citare:

          • il coordinatore responsabile sanitario in possesso di legale qualifica e con un compito di direzione generale;
          • il medico di medicina generale che cura l’assistenza di primo livello;
          • l’infermiere professionale qualificato;
          • altre figure professionali sanitarie specifiche, come il fisiatra, il geriatra o lo psicologo, che la Asl può mettere a disposizione se necessario;
          • l’assistente domiciliare e dei servizi di assistenza alla persona;
          • eventualmente, fisioterapisti, terapisti occupazionali e animatori.

          L’accesso alle RSA e i costi relativi

          Occorre anche distinguere tra RSA pubbliche (del comune di residenza o della Asl), private convenzionate e private. Dalla loro tipologia dipendono i modi di accesso e di permanenza nella struttura.

          Per le RSA private, l’accesso è piuttosto semplice: basta fare domanda, presentare la documentazione richiesta e attendere la liberazione di un posto. Le lista d’attesa, in genere, sono brevi. La contropartita sta nella retta mediamente più elevata, e talvolta nella mancanza delle medesime garanzie offerte dal pubblico.

          Per le RSA pubbliche o convenzionate, l’accesso è subordinato a una apposita valutazione geriatrica multidimensionale (una visita effettuata da una commissione denominata Unità Valutativa Geriatrica). Questa stabilisce il grado di autosufficienza del soggetto, le opportunità di inserimento in un progetto individuale e la possibilità di ottenere supporto formale e informale tramite assistenza domiciliare, famiglia o organizzazioni del volontariato. A seguito della valutazione, l’interessato in possesso dei requisiti sarà inserito in una lista d’attesa.

          Gli ospiti della RSA o i loro familiari, di norma, sono tenuti a compartecipare finanziariamente al pagamento della spesa alberghiera e di soggiorno, con una cifra pari al 20-40% della spesa complessiva, a seconda del reddito del nucleo famigliare e delle disposizioni regionali.

          Per il resto, nella RSA sono a carico del SSN i ticket sui farmaci, le prestazioni sanitarie e gli ausili e le protesi per i disabili. Inoltre, il paziente che già godeva dell’assegno di accompagnamento lo mantiene anche durante il ricovero.

          Qual è la differenza tra RSSA e RSA

          Accanto alla RSA (residenza sanitaria assistenziale) l’ordinamento legislativo italiano contempla la presenza della RSSA (residenza sociosanitaria assistenziale).

          Come abbiamo visto, la RSA è una struttura non ospedaliera a carattere sanitario, che accoglie persone non autosufficienti che necessitano di cure mediche specialistiche e di un’assistenza sanitaria continuativa. Per contro, la RSSA è una struttura sociosanitaria residenziale territoriale, in grado di fornire assistenza a persone di età pari o superiore a 64 anni affette da varie problematiche gravi a carattere fisico o psichico, incluse demenze senili, morbo di Alzheimer e simili.

          L’ospite della RSSA, in alcuni casi, non richiede delle prestazioni sanitarie complesse in forma costante; tuttavia, deve essere sempre seguito e assistito, in quanto non in grado di portare a termine in autonomia i compiti del quotidiano e col costante bisogno di interventi assistenziali e riabilitativi.

          Come per la RSA, anche la RSSA si collega a livello funzionale con i servizi socio-sanitari locali per l’assistenza medica generica e farmaceutica, l’assistenza domiciliare integrata e così via.

          Come aprire una residenza sanitaria assistenziale

          Il D. M. 308/2001 stabilisce quali sono i requisiti necessari per aprire una RSA, che coinvolgono il tipo di organizzazione, le figure professionali richieste, la tipologia dei locali. Si noti che tutte le RSA sono organizzate su base nazionale, pur con delle minime differenze dovute a qualche normativa regionale.

          All’atto pratico, per avere il diritto di aprire di una struttura residenziale bisogna avere una partita IVA e iscrivere la propria struttura al Registro delle imprese. Quindi, occorrerà fissare delle tariffe tenendo conto di tutte le possibili convenzioni con gli enti pubblici o privati, trovare un medico responsabile, e predisporre ogni tipo di risorsa infermieristica e assistenziale.

          Prima di tutto, però, occorre individuare l’edificio adatto. Questo deve essere a norma, nel rispetto di tutte le prescrizioni di sicurezza fondamentali, e presentare dunque le certificazioni antincendio, antisismica, per la sicurezza (acustica, antinfortunistica), per l’igiene e così via. Ovviamente, deve essere privo di barriere architettoniche a tutti i livelli, sia all’esterno che all’interno, e dotato di ascensori e/o montascale.

          L’edificio deve trovarsi in un’area di facile accesso e ben collegata con i mezzi di trasporto pubblico. All’interno deve contenere obbligatoriamente un certo numero di bagni, un locale mensa, degli uffici per l’amministrazione e degli spazi dedicati al personale medico e infermieristico. Inoltre, devono essere presenti una linea telefonica a disposizione degli ospiti, un locale lavanderia e un guardaroba.

          Quanto alle stanze, esse devono assicurare i diritti all’autonomia e alla riservatezza degli ospiti; devono anche contenere tutte le facilitazioni per i disabili, oltre a un campanello per le urgenze, ed essere collegate ai servizi igienici. Parallelamente sono necessari degli spazi comuni a carattere ricreativo o funzionale (come una palestra per terapie di riabilitazione).

          Gli ospiti, in numero compreso tra 20 e 120, vanno iscritti in un registro apposito, e bisogna redigere e fornire alle famiglie una carta dei servizi che descriva le attività proposte (nel rispetto delle capacità, delle attitudini e dei tempi degli anziani assistiti) e i servizi offerti. È obbligatorio garantire agli ospiti, tra le altre cose:

          • la somministrazione dei tre pasti principali,
          • l’assistenza diurna e notturna,
          • le prestazioni sanitarie essenziali,
          • un sostegno costante nelle azioni quotidiane,
          • la possibilità di svolgere delle attività ricreative e sociali.

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