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Montascale per Anziani e Disabili

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          22 Ago, 2019 | Salute

          Durante l’età avanzata le abilità motorie subiscono un graduale declino a causa della progressiva riduzione delle capacità sensoriali e della resistenza muscolare e scheletrica. Questo può rendere difficile la deambulazione, richiedendo terapie e interventi di assistenza.

          anziano con difficoltà a camminare

          Come cambia la deambulazione con l’avanzare dell’età

          L’indebolimento fisiologico del corpo in età avanzata colpisce innanzitutto la capacità di camminare.

          In assenza di deficit o traumi, la forza dei muscoli e la flessibilità delle articolazioni restano invariate fino ai 70-75 anni e i tempi di reazione continuano a essere molto buoni, ma il modo di muoversi cambia.

          » Leggi Le principali cause del dolore alle gambe negli anziani

          Il cambiamento nella deambulazione riguarda la velocità, l’equilibrio e in parte la posizione, ma la difficoltà a camminare non si presenta subito in modo evidente: si assiste a un progressivo calo delle prestazioni che ha delle conseguenze sulla percezione della sicurezza e dell’autonomia.

          Innanzitutto, gli anziani camminano più lentamente perché fanno passi più brevi. Inoltre, il carico della massa corporea pesa su muscoli e articolazioni: i soggetti tendono a far leva sulla potenza muscolare rischiando l’irrigidimento dei muscoli che si ripercuote sulle articolazioni. La rigidità dell’apparato muscolo-scheletrico è una delle cause di contratture e crampi e, nel peggiore dei casi, cadute.

          La sensazione di non avere più lo stesso equilibrio è molto frequente e si presenta anche precocemente rispetto ad altri fattori, come il rallentamento e la tendenza ad allargare i piedi. Questo induce delle alterazioni nella posizione: sentendosi instabili, gli anziani portano avanti il bacino e cercano inconsapevolmente di aiutare la gamba con il movimento dell’anca, accentuando la lordosi lombare e la tendenza a camminare con i piedi rivolti verso l’esterno.

          Dopo i 75 anni la condizione di instabilità e disequilibrio nella marcia inizia a diventare evidente e peggiorare, dando luogo ad alcuni comportamenti patologici, come la retropulsione e la caduta del piede che rendono critica la difficoltà a camminare e ardua la possibilità di invertire la tendenza.

          Questi comportamenti sono solitamente associati a problemi della deambulazione tipici di una malattia neurologica o muscolo-scheletrica, come l’artrosi, il morbo di Parkinson, i disturbi frontali e la demenza.

          I principali sintomi delle patologie legate al camminare

          Il cambiamento nell’andatura è frequente in età avanzata, ma alcune alterazioni nella marcia sono manifestazioni di malattie gravi e possono comportare una caduta, un evento che colpisce circa il 30% della popolazione in Italia.

          Passo corto

          Il passo corto è quella condizione in cui una gamba dolorante o debole regge il peso del corpo per un tempo più breve rispetto all’altra e tende a ridurre la lunghezza del passo nella gamba sana e una maggiore permanenza su di essa durante il passo della gamba dolente.

          Il passo corto può essere dovuto al timore di cadere, ma è anche un possibile sintomo di malattie neurologiche o muscolo-scheletriche.

          Retropulsione

          La retropulsione è la tendenza degli anziani a iniziare la marcia con un passo indietro e può essere un sintomo di un disturbo frontale della deambulazione, del morbo di Parkinson o di un disturbo del sistema nervoso.

          Andatura con base allargata

          Con il rallentamento dell’andatura aumenta leggermente la larghezza del passo, ma l’aumento patologico della larghezza è sintomo di malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, o l’idrocefalo normoteso.

          Se l’anziano tende a barcollare da un lato all’altro potrebbe anche mostrare i segni di un disturbo frontale o sottocorticale della deambulazione.

          Caduta del piede

          La caduta del piede è una condizione che può assomigliare al piede cadente e comporta un trascinamento della punta del piede con i passi che si susseguono molto vicini.

          Può essere un sintomo aspecifico oppure indicare la debolezza del muscolo del polpaccio e del gluteo e la flessione ridotta del ginocchio.

          Inclinazione

          L’inclinazione in avanti è una condizione tipica del morbo di Parkinson, mentre l’inclinazione laterale è solitamente causata dall’artrosi.

          Questo sintomo, insieme all’andatura con base allargata e alla caduta del piede è un possibile indicatore della sindrome dell’idrocefalo normoteso, soprattutto se si accompagna all’incontinenza urinaria.

          Deviazione dal percorso

          La deviazione da un percorso, con oscillazioni e incapacità di mantenere la marcia su una linea definita è un chiaro sintomo di perdita del controllo motorio associata a tutte le patologie neurologiche e anche a quelle muscolo-scheletriche in fase avanzata.

          Diagnosi dei disturbi della deambulazione

          La diagnosi di patologie legate alla difficoltà a camminare avviene tramite:

          • anamnesi,
          • esame obiettivo,
          • valutazione dell’andatura.

          Il medico indaga la capacità del paziente di svolgere normali funzioni e di muoversi in casa e all’aperto, valuta la potenza muscolare e la mobilità articolare e osserva l’andatura, con particolare attenzione all’equilibrio, alla velocità, e alla lunghezza e altezza del passo.

          La valutazione dell’andatura consiste nel far camminare i pazienti lungo un corridoio senza ausili: in questo modo il medico misura la velocità, la cadenza e successivamente osserva se la distanza tra i due piedi durante il passo è normale e se il piede viene alzato correttamente e non trascinato.

          Possono rendersi necessarie delle radiografie per controllare la salute delle articolazioni e del sistema vascolare, oppure una TAC o una risonanza magnetica, in casi di evidente difficoltà, tale da sospettare un disturbo neurologico.

          Il medico può ritenere che il rallentamento sia nella norma e che la difficoltà a camminare possa essere affrontata attraverso alcuni esercizi, oppure potrebbe giungere alla diagnosi di una patologia del sistema nervoso o di quello muscolo-scheletrico e prescrivere anche dei farmaci.

          Come affrontare i disturbi della deambulazione

          Affrontare un disturbo della deambulazione significa migliorare gli aspetti dell’andatura che il medico ha ritenuto patologici.

          Esercizi di potenziamento

          I pazienti possono rafforzare i muscoli e le articolazioni delle gambe attraverso esercizi leggeri ma costanti.

          Un allenamento molto utile è quello della distensione delle gambe, che aiuta la flessibilità delle articolazioni del ginocchio e delle caviglia e potenzia tutti i muscoli degli arti inferiori. Gli esercizi di questo tipo sono consigliati sotto la supervisione di un fisioterapista che assicuri la correttezza dei movimenti.

          Un altro esercizio utile che può essere fatto quotidianamente è lo step, che aiuta la flessione della caviglia e stimola il muscolo del polpaccio, potenziandolo e favorendo anche l’attività vascolare.

          Esercizi di equilibrio

          Quando il medico valuta l’equilibrio del paziente prende in considerazione la capacità di mantenersi eretti durante la deambulazione e quella di stare in piedi stabilmente su due gambe o su una sola.

          Queste abilità si allenano insegnando ai pazienti qual è la posizione di equilibrio e quali posture la mettono a rischio e proponendo degli esercizi statici su una o due gambe.

          Questi esercizi necessitano sempre del supporto di un accompagnatore, in modo da assicurare la buona esecuzione e l’assenza di pericolo per il paziente.

          Ausili

          Un altro modo per affrontare la diagnosi di patologie legate alla difficoltà a camminare, soprattutto quando questa è conclamata, o quando segue un trauma, è l’utilizzo di dispositivi di assistenza alla deambulazione.

          Per esempio, a seguito di una caduta, che spesso comporta una frattura, i pazienti avranno bisogno delle stampelle, ma anche dopo la riabilitazione possono far uso di un bastone, che garantirà l’autonomia di movimento. Un altro ausilio per chi soffre di patologie che compromettono il controllo motorio è il deambulatore, che permette di muoversi in casa e svolgere diverse attività domestiche in sicurezza.

          Quando gli anziani hanno bisogno di questi strumenti per la deambulazione, è necessario che la casa venga adattata alle loro esigenze, attraverso l’eliminazione di possibili ostacoli, come tappeti e mobili bassi.

          Un altro ostacolo domestico tipico sono le scale, che possono essere rese antiscivolo, anche se spesso questo intervento non basta: allora è possibile installare un montascale a piattaforma che permetta di muoversi in sicurezza tra un livello e l’altro della casa.

          Prevenzione e possibili terapie per agevolare la deambulazione negli anziani

          1. Alimentazione e controllo del peso.L’attenzione alla nutrizione è un’abitudine indispensabile per mantenersi in salute. Inoltre, una dieta salutare favorisce il controllo del peso, aiutando l’apparato muscolo-scheletrico a reggere il carico della massa corporea senza appesantire le giunture e i muscoli degli arti inferiori.
          2. Attività fisica.
            L’attività fisica è una buona abitudine anche in età avanzata ed è associata al miglioramento della qualità della vita: camminare o andare in bicicletta ogni giorno riduce il rischio di cadute e migliora lo stato funzionale del paziente. Anche nel caso di un disturbo grave è d’aiuto contro i sintomi e il progressivo deterioramento delle capacità motorie e cognitive. Oltre a prevenire e curare i disturbi deambulatori, lo sport è un ottimo alleato contro la depressione e contro la sindrome ansiosa che spesso segue una caduta.
          3. Fisioterapia.
            La fisioterapia può essere impiegata a uso preventivo, insieme all’attività fisica leggera, e come cura a seguito di traumi, fratture e malattie che compromettono la deambulazione. La difficoltà a camminare negli anziani è spesso legata alla motivazione e all’attività quotidiana: anche dopo la comparsa di sintomi associati a patologie è possibile scongiurare l’aggravamento grazie a semplici esercizi.
          4. Percorso vascolare.
            Questo trattamento ha effetti benefici sul sistema vascolare e sulla pressione arteriosa ed è efficace sia come terapia preventiva che come cura nel caso di malattie cardiovascolari e muscolo-scheletriche, grazie all’azione sulle valvole venose e sui muscoli degli arti inferiori.
          5. Utilizzo di dispositivi di assistenza.
            L’uso di ausili per camminare è utile non solo quando il controllo motorio è ridotto, ma anche durante l’attività fisica e la fisioterapia. Per esempio, per mantenere una buona forma fisica con una camminata giornaliera possono essere molto utili i bastoncini da passeggio, mentre per la riabilitazione si può passare dal girello, che dà sicurezza durante la marcia, a un semplice bastone di supporto.

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