050 955.503 050 955.503
Montascale per Anziani e Disabili

        X





          X





          Stop alle barriere: anche giostre e parchi gioco devono essere inclusivi

          8 Mag, 2020 | Accessibilità, In evidenza

          La Convenzione ONU stabilisce che giocare è un diritto fondamentale di ogni bambino. Anche per questo diventa di primaria importanza costruire parchi dove tutti i bambini possano giocare insieme senza distinzioni.

          Cosa s’intende per giochi inclusivi?

          I giochi inclusivi sono attrezzature realizzate per lo svolgimento di attività ludiche da parte dei bambini utilizzabili da tutti, a prescindere dalle loro abilità.

          Nell’area giochi inclusiva i bambini disabili possono divertirsi senza problemi e in sicurezza insieme agli altri. Un parco giochi inclusivo, dunque, è progettato per accogliere tutti i bimbi senza distinzione in un’ottica di inclusione e universalità.

          In questo tipo di aree gioco le barriere architettoniche sono totalmente abbattute, per esempio costruendo rampe di accesso per i bimbi in carrozzina, percorsi sensoriali per bambini ipovedenti o sordi, scivoli a doppia pista. Tutte le strutture da gioco, dunque, devono essere il più possibile fruibili alla maggioranza e avere un design funzionale, ovvero devono essere progettate specificamente per stimolare una funzione fisica o mentale in qualsiasi bambino, ancor più per quelli con difficoltà motorie, sensoriali e intellettive.

          In un’area giochi inclusiva ci sono giostre per bambini disabili dove questi possono giocare insieme a tutti gli altri, senza discriminazioni, così da favorire la loro inclusione sociale e dare un sostegno alle loro famiglie.

           

          Quali sono le caratteristiche di giostre e parchi inclusivi?

          Le giostre inclusive sono giochi adatti a tutti, senza esclusione. Perfetti anche per i bambini con disabilità motoria o di altro tipo, i giochi dei parchi inclusivi sono belli, colorati, divertenti e, in più, sono caratterizzati da accorgimenti che li rendono adatti a tutte le esigenze, perciò accessibili a tutti i bambini o giovani ragazzi.

          Uno spazio giochi inclusivo è dotato di uno scivolo con rampa che permette l’accesso ai bambini in sedia a rotelle e/o con doppia pedana, il che consente ai genitori di scendere con i propri figli. Le altalene sono caratterizzate da una grande cesta a nido dove possono salire anche più bambini alla volta, con o senza disabilità, per stare tutti insieme, senza differenze. Esistono anche le altalene per disabili, attrezzate con pannelli di grande dimensione dove anche i bambini in carrozzella hanno la possibilità di salire e giocare in tranquillità.

          giochi a molla sono un’altra giostra totalmente inclusiva, accessibile a tutti i bambini, anche quelli con difficoltà motorie, avendo delle protezioni sia laterali che posteriori. E poi ci sono i percorsi sensoriali e i pannelli interattivi: adatti ai bambini sordi e muti, sono perfetti anche per tutti gli altri, con o senza altra disabilità, stimolando il processo logico e la creatività.

          Fondamentale per un parco giochi inclusivo è la pavimentazione: visto che deve essere accessibile a tutti, l’area deve poter essere percorribile anche in sedia a rotelle. Gli spazi gioco inclusivi dicono stop alla ghiaia e alla sabbia, prevedendo pavimentazioni piane, livellate a fondi compatti, per esempio in gomma, che siano percorribile anche a gattoni.

          In realtà questo non si può sempre garantire: esistono norme ambientali che lo vietano o, più spesso, sono gli elevati oneri economici a non renderlo possibile. Ma creare un parco inclusivo significa pensare progetti che prevedono e tengono in considerazione i pro e i contro di ogni variabile. Se si vuole costruire un parco giochi in aree verdi non totalmente pavimentabili, la progettazione prevederà di creare vialetti in gomma o in altro materiale per passare da una giostra all’altra senza problemi, di rendere totalmente accessibili gli ingressi e collegarli ai giochi, oppure di radere bene il prato, così da realizzare una superficie più agevole anche per chi usa la carrozzina.

          bambini che abbandonano la sedia a rotelle per giocare devono poter trovare una pavimentazione e un ambiente consoni a muoversi in autonomia e senza impedimenti.

          Questi accorgimenti sulla pavimentazione hanno anche un altro impatto positivo nell’ottica dell’inclusione, perché permettono anche agli adulti con disabilità che accompagnano i bambini al parco di raggiungerlo senza difficoltà. In questo senso, chi cura lo sviluppo dei progetti dell’area dovrà riporre particolare attenzione sulla realizzazione di posti auto riservati ai disabili, di servizi igienici accessibili, e sull’abbattimento di qualsiasi possibile barriera architettonica che possa, in un qualche modo, limitare l’accessibilità del parco giochi.

           

          Perché è importante incentivare lo sviluppo di giostre accessibili a tutti

          Giocare all’aria aperta e alla luce del sole è condizione di benessere e divertimento per i bambini. Qui si dilettano praticando attività fisica in generale e, soprattutto, stando insieme agli altri, facendo esperienza di socialità grazie al confronto con i loro coetanei.

          Fino a poco tempo fa, i bambini disabili non avevano le stesse opportunità ludiche degli altri. Non era infatti riposta molta attenzione sul tema. Negli ultimi anni invece, complice il lavoro di molte associazioni, si è sviluppata una sempre crescente sensibilità nella cultura popolare e nell’opinione pubblica che ha spinto le amministrazioni comunali a pensare una progettazione compiuta per riqualificare le città e renderle a misura di disabile, che comprenda anche le aree verdi e gli spazi ludici per il divertimento di grandi e piccini.

          Costruire parchi con giostre accessibili a tutti non è solo importante, è un segno di civiltà. È la Convenzione ONU a stabilire che giocare è uno dei diritti fondamentali di ogni bambino. Gli Stati aderenti devono garantire la partecipazione di tutti i bimbi alla vita culturale e artistica della comunità e consentire loro di avere le stesse opportunità per le attività ricreative e di tempo libero, come, per esempio, il praticare sport.

          E ancora, l’ONU precisa che non ci deve essere nessuna discriminazione tra i bambini, a prescindere dalle loro abilità fisiche e mentali. C’è dunque un dovere, sia legale che morale, della società di fare in modo che ogni bambino possa vivere bene al di là dalle proprie condizioni e capacità.

          Incentivare lo sviluppo di giostre e parchi gioco accessibili a tutti e un percorso fondamentale da intraprendere per andare in questa direzione. Luoghi di incontro all’aria aperta o al chiuso dove tutti i bambini, con o senza disabilità – e quest’ultima di qualsiasi tipo –, possano giocare insieme e in libertà. Spazi accessibili a tutti, raggiungibili anche dagli adulti che hanno difficoltà motorie o sensoriali che vogliono accompagnare i propri figli o nipotini a giocare e divertirsi. Aree di inclusione sociale, dove tutta la comunità può integrarsi senza nessuna ghettizzazione. Questo è sicuramente un passo di civiltà che rende migliore la società.

          Per concludere, disporre di aree gioco alla portata di tutti i bambini vuol dire far crescere la comunità perché giocare insieme consente di fare amicizia, confrontarsi con gli altri, ma anche di conoscere se stessi e il proprio corpo, ovvero sviluppare la propria autonomia. Quest’ultima, a sua volta, basilare per sviluppare la propria autostima e, conseguentemente, il rispetto di sé stessi e degli altri.

           

          Qual è la normativa in tema di parchi giochi inclusivi in Italia?

          In Italia non esiste ancora una legislazione in tema di parchi giochi inclusivi. Le iniziative normative in materia sono di gestione delle amministrazioni comunali che, però, possono decidere o meno – visto che non esiste un obbligo – di realizzare un programma di interventi dedicato alla realizzazione di questo tipo di aree ludiche stanziando fondi pubblici ad hoc.

          In Italia, però, esistono leggi e decreti che regolamentano l’accessibilità ai luoghi pubblici, per esempio, attraverso l’eliminazione delle barriere architettoniche presenti. Ma accessibilità non significa fruibilità. Mentre il termine accessibilità, ben definito dalle leggi in vigore, ha a che fare con il diritto dei disabili di muoversi in autonomia e sicurezza all’interno degli spazi pubblici, il concetto di fruibilità, non disciplinato da nessuna disposizione normativa, si riferisce all’effettiva possibilità di utilizzo di un ambiente, di impianti o di attrezzature. Dunque, detto in altri termini, i parchi pubblici devono essere accessibili ma possono non essere fruibili da tutti.

          Detto questo, i termini stanno subendo un’evoluzione con il tempo e il concetto di accessibilità sta assorbendo in sé, sempre più, anche quello di fruibilità. C’è sempre più sensibilità nelle istituzioni e nella società nei confronti dei temi legati alla disabilità, soprattutto a quella infantile. Ma è necessario fare di più, per evitare la seppur minima esclusione. Molti comuni si sono mossi in questa direzione, tracciando linee guida precise per realizzare parchi ludici provvisti di giochi inclusivi.

          Ormai molte aree per bambini hanno almeno una giostra dedicata ai disabili. Ma, come sottolineano molte associazioni, un gioco per disabili non è un gioco inclusivo. L’esclusività, sostengono, deve essere abbattuta, sia da una parte che dall’altra, per realizzare un’integrazione totale della società in tutte le sue componenti. Anche perché, stando alla normativa italiana in merito, la legge 67/2006 promuove, in virtù dell’articolo 3 della Costituzione secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzioni, “la piena attuazione del principio di trattamento e delle pari opportunità nei confronti delle persone con disabilità al fine di garantire alle stesse il pieno godimento dei loro diritti civili, politici, economici e sociali”. Non solo, la norma in questione definisce il concetto di “discriminazione indiretta”, ovvero una situazione in cui “una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto a altre persone”.

          Richiedi Catalogo

          Richiedi Catalogo Sì, voglio ricevere gratis il nuovo catalogo 2024 dei prodotti Ceteco

            Dichiaro* di aver preso visione della privacy policy di TK Home Solutions srl a Socio Unico

            Articoli in evidenza

            modal magazine

            Vuoi scoprire di più sui prodotti Ceteco?
            Lascia i tuoi recapiti e ottieni una consulenza gratuita senza impegno. Un nostro esperto ti richiamerà entro un'ora.