In questo quadro, montascale a piattaforma, servoscale a pedana e mini ascensori rappresentano delle soluzioni concrete – utili e sicure – per risolvere al più presto un problema reale.
- L’Italia, le persone disabili e i musei accessibili
- L’importanza di superare le barriere fisiche e architettoniche
- Musei accessibili: una nuova prospettiva dopo il Covid-19
L’Italia, le persone disabili e i musei accessibili
Secondo l’Istat, in Italia – su tutto il territorio nazionale – esistono quasi 5000 tra musei, aree archeologiche, monumenti e ecomusei aperti al pubblico. Circa un comune su tre possiede almeno una struttura a carattere museale (in pratica, ce n’è una ogni 50 km!) e, prima dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Coronavirus, i visitatori erano in forte crescita.
Basti pensare che oltre 128 milioni di persone (più della metà delle quali straniere) hanno visitato il patrimonio culturale italiano nel 2018. Le 10 città che hanno riscosso più successo sono state: Roma, Firenze, Napoli, Venezia, Milano, Torino, Pisa, Pompei, Siena e Verona.
Molto si è fatto e molto si sta ancora facendo per garantire a tutti la possibilità di usufruire senza problemi dello straordinario patrimonio artistico di cui il paese è dotato. Purtroppo, diverse strutture presentano ancora barriere fisiche e architettoniche: solo la metà (il 53%) è infatti attrezzata con rampe, bagni e piattaforme elevatrici “per le persone con ridotta capacità motoria”.
Disponiamo quindi di un grande patrimonio culturale artistico non per tutti accessibile. Certo le esigenze di cui occuparsi sono tante e diverse (e non tutte legate alla sola disabilità motoria!), ma potenziare gli sforzi per rendere la cultura davvero accessibile (a partire dai musei!) richiede proposte e progetti articolati, interventi mirati e strutturali, e più in generale una diversa considerazione per i bisogni delle persone con disabilità.
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Legge di Bilancio 2021 per persone disabili e categorie fragili: cosa c’è da sapere
L’importanza di superare le barriere fisiche e architettoniche
Per innescare un cambiamento che consenta al paese di diventare un esempio a livello internazionale occorre dunque fare di più e trovare energie, risorse e mezzi per centrare obiettivi più ambiziosi di quelli raggiunti negli anni passati.
Come ha scritto Anna Maria Aglietta, che lavora nel Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan” dell’Università del Salento, in un puntuale intervento sull’accessibilità dei musei italiani (“Il museo accessibile: barriere, azioni e riflessioni”), nonostante quanto fatto finora per ampliare la fruizione culturale e museale e nonostante leggi e norme specifiche finalizzate all’abbattimento delle barriere architettoniche e alla promozione dell’accessibilità, sono ancora presenti ostacoli che limitano o rendono difficoltoso l’accesso dei disabili ai musei italiani.
In particolare, le persone disabili possono incontrare difficoltà laddove non si è provveduto per tempo e con il massimo impegno possibile alla rimozione di ostacoli insidiosi (anche non immediatamente riconoscibili): come gradini, ostruzioni, pendenze eccessive, passaggi troppo stretti e altro ancora.
È proprio per questo che, tanto negli spazi interni quanto negli spazi esterni delle strutture museali, affidarsi a soluzioni all’avanguardia per agevolare l’accesso, il percorso e l’uscita delle persone disabili è (e sarà sempre di più) fondamentale.
L’installazione di montascale a piattaforma, servoscala con pedana e mini ascensori può davvero fare la differenza per rendere i musei accessibili e permettere a tutti, anche ai disabili, di avvicinarsi al mondo della cultura.
Questi supporti tecnologici, infatti, sono sicuri, affidabili e facili da utilizzare e garantiscono alle persone che non possono né camminare né spostarsi agevolmente di raggiungere senza difficoltà piani diversi di un edificio, un immobile, un palazzo o una struttura museale.
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Musei accessibili: una nuova prospettiva dopo il Covid-19
Nell’ultimo anno, a causa della pandemia da Covid-19, siamo stati costretti a limitare gli spostamenti, fare attenzione al distanziamento fisico e sociale e ridimensionare le nostre vite.
Molti musei, per esempio gli Uffizi di Firenze, si sono adeguati per offrire mostre e visite virtuali di alta qualità e dare l’opportunità di conoscere ricchi patrimoni artistici senza uscire di casa.
Tuttavia, sullo sfondo di un generale ripensamento delle città, dei trasporti e delle abitudini personali, dopo l’emergenza sanitaria ci sarà bisogno di andare oltre e rendere i musei accessibili (così come ogni luogo di cultura) con azioni, progetti e provvedimenti ancora più incisivi.
La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, all’art. 9 (Accessibilità), ha messo in chiaro che il concetto di accessibilità, per incidere concretamente nelle vita delle persone disabili, deve essere inteso in senso ampio:
“Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati Parti adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali […]”
In questo contesto, anche grazie alle innovazioni tecnologiche, assicurare la presenza sul territorio nazionele di musei accessibili per persone disabili rientra in una più ampia strategia volta al superamento degli ostacoli materiali e immateriali per l’accesso alla cultura.
Del resto, proprio questo sembra essere lo scopo del Ministero per i beni e delle attività culturali – Direzione generale Musei che, già nel 2018, attraverso la pubblicazione delle Linee guida per la redazione del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A) nei musei, complessi museali, aree e parchi archeologici ha sottolineato che l’accessibilità (fisica, sensoriale e culturale) è requisito imprescindibile “per rendere pienamente fruibili i luoghi della cultura a tutti i visitatori del patrimonio italiano”.
Uno sforzo ulteriore in questa direzione può dunque aiutare le persone con disabilità a scoprire opere d’arte, sculture e reperti antichi di grande fascino e a prendere coscienza di se stesse e della società che le circonda, dando un forte impulso alle politiche di inclusività.
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