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          8 Ott, 2019 | Terza età

          Fino a non molto tempo fa si faceva iniziare l’ultima fase della vita tra i 60 e i 65 anni. Oggi, però, in Italia si diventa vecchi a 75 anni: il Congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria del 2018 ha stabilito che le condizioni di vita odierne hanno migliorato la speranza della popolazione di vivere più a lungo ed essere ancora in forma a 70 anni.

          quando inizia la terza età

          Anziani o vecchi?

          Capita spesso di usare questi due termini come sinonimi, ma in realtà hanno significati molto diversi. L’anziano è chi ha raggiunto l’età avanzata, ha un’esperienza che deriva da tempi passati e per questo è considerato più saggio: la parola anziano indica una persona attiva che ha un sapere utile da trasmettere nella società.

          Dire di qualcuno che è vecchio, invece, significa considerarlo molto avanti negli anni in contrapposizione al giovane, e quindi connotare negativamente la sua età. Nell’immaginario il vecchio ha un aspetto e delle abitudini tipicamente senili e gli anni non sono più un valore aggiunto per la comunità ma piuttosto un peso.

          Ecco perché viene tracciata una linea che separa l’anzianità, cioè il periodo in cui una persona con anni di vissuto ed esperienza vive ancora in modo attivo nella società, e la vecchiaia, quando gli anziani vedono i primi cambiamenti nei ritmi di vita. Eppure, quest’ultima fase si sposta sempre più avanti e la terza età oggi ha caratteristiche completamente diverse da quella di qualche decennio fa.

           

          Quando inizia la terza età?

          La ricerca in campo sociologico dimostra che le età della vita non sono più facilmente definibili e apparentemente la vita di un 70enne che ha curato la sua salute non è molto diversa da quella di un 50enne. La popolazione italiana, inoltre, è tra le più longeve d’Europa: se la scienza fa iniziare la terza età quando una persona ha una speranza di vita di circa 10 anni, in Italia la vecchiaia arriva sempre più tardi, a circa 73 anni per gli uomini e 75 per le donne.

          Questo è dovuto al continuo aumento dell’aspettativa di vita media, che sembra legato alla qualità del modo di vivere nel nostro paese. L’alimentazione sana, ricca di frutta e verdura, dell’area mediterranea, il clima e la possibilità di svolgere attività fisica all’aria aperta sono alcune delle condizioni che favoriscono la longevità.

          Grazie allo stile di vita che offre la penisola italiana, anche quando l’età avanza le persone godono di un certo benessere e possono sentirsi ancora parte della società. Per alcuni, infatti, uno dei fattori determinanti per capire quando inizia la terza età è la sensazione di non essere più utili per la propria famiglia e per la propria comunità, cosa che aumenta la solitudine e porta gli anziani a disinteressarsi alla propria salute.

          Questa visione della terza età è molto negativa, perché la fa coincidere con la perdita dell’autonomia e del controllo motorio: quando qualcuno è in parte dipendente dai figli o dalla famiglia e incapace di muoversi senza problemi, diventa improvvisamente vecchio e tende a rinunciare anche a un piccolo piacere quotidiano, come una passeggiata, perché riconosce di non avere la stessa agilità di una volta.

          Così si viene a creare una situazione anomala: la popolazione è sempre più giovane, ma quando comincia a invecchiare non riceve le cure adeguate. Al contrario, proprio perché gli anziani hanno una maggiore speranza di vita e delle migliori capacità di ripresa a parità di età anagrafica, rispetto a qualche anno fa, è fondamentale valorizzare questa fase della vita, che oggi può essere vissuta serenamente.

           

          Perché si parla di terza età?

          In epoca contemporanea la concezione delle età della vita ha iniziato a cambiare a causa della maggiore longevità delle persone e dell’evoluzione della cultura, che tende a suddividere i 3 principali momenti di infanzia, età adulta ed età anziana in ulteriori fasi. Negli ultimi decenni, poi, le tre principali età sembrano essersi dilatate e la terza età, che fino al secolo scorso era molto difficile da raggiungere, è emersa come un nuovo argomento di interesse nel dibattito pubblico.

          Nella percezione comune, quando inizia la terza età della vita, inizia una fase di declino e di riposo. Oggi, però, la terza età dura molto più a lungo rispetto al passato e considerare l’anzianità come una fase di riposo potrebbe rivelarsi riduttivo.

          In media, a partire dai 60-65 anni, la vita cambia, ma non è ancora in una fase di declino: capita di ritirarsi dal lavoro, oppure di iniziarne uno nuovo, o di continuare a lavorare per diversi anni. Inoltre, i rapporti con la famiglia a questa età non sono di dipendenza, ma di reciprocità, mentre i rapporti sociali sono spesso più vivi di prima, perché l’assenza di impegni lavorativi o di obblighi verso i figli, ormai indipendenti, lascia un importante spazio per le relazioni con gli amici.

          Quando si parla di terza età, oggi, si pensa a una fase precedente l’anzianità, una di effettiva età avanzata e una di vecchiaia. Questa età, allora, potrebbe diventare un momento di svolta, in cui una persona può ancora cambiare in meglio la propria quotidianità e mantenere alto il tenore di vita. Nella società contemporanea, aumentano costantemente i casi di persone che pensano al futuro e decidono di dare una svolta alla loro vita in età avanzata, per esempio ricominciando a studiare o facendo un viaggio.

           

          Terza età: una nuova adolescenza?

          Le migliori condizioni di vita di oggi possono dare l’impressione di non invecchiare mai. A 70 anni si può fare sport e mantenersi in forma, tanto che a volte la terza età potrebbe essere vissuta come un ritorno a quando si era giovani, addirittura adolescenti.

          Il tempo libero e la forza fisica permettono di coltivare interessi e trovare un nuovo modo di vivere che l’età adulta non rendeva possibile, a causa degli impegni quotidiani. Ecco che allora gli ultra sessantenni riscoprono la passione per la musica, per i viaggi, e anche per lo studio: non si ritrovano più in gruppo solo per cucire e giocare a carte, ma organizzano escursioni e vanno a fare l’aperitivo.

          Molti adulti che non lavorano più ritrovano il piacere di andare a scuola, facendo corsi specifici o iscrivendosi all’università. Alcuni, invece di passare la maggior parte del tempo con i figli, rivalutano le uscite con gli amici. In modo simile agli adolescenti, condividono delle passioni con i coetanei e si sentono indipendenti sul piano sociale perché sono ancora pieni di energia.

          Questa tendenza viene associata alla cultura del giovanilismo, ma è unicamente il frutto delle nuove condizioni di benessere di chi ha più di 60 anni: se ora si diventa anziani a 75, un uomo o una donna che ha più di 60 anni si comporta come un 50enne di qualche decennio fa. Inoltre, le possibilità di sfruttare il proprio tempo libero aumentano continuamente e la tecnologia avanza ogni anno, permettendo agli anziani di sentirsi vicini alla famiglia anche se decidono di muoversi autonomamente e variare le loro abitudini.

          Questo, però, non li rende davvero dei nuovi adolescenti: l’esperienza di vita e l’energia del corpo sono quelle di una persona che ha una grande parte della vita alle sue spalle e, invece di arrendersi alla vecchiaia, si gode ciò che ha seminato. Anche se si leggono notizie sulla possibilità di rivivere una fase giovanile in età avanzata, questo non significa altro che riuscire a mantenere l’autonomia e la salute, potendo dedicarsi alla cura del corpo, magari allo studio e ai propri interessi.

          I consigli dei geriatri riguardano proprio la capacità degli ultra sessantenni e settantenni di mantenersi giovani grazie a uno stile di vita attivo, che non deve essere però portato all’estremo. Quando ci si avvicina alla terza età, il corpo e i riflessi non sono quelli di un giovane e quindi è importante essere cauti per non correre un rischio che si può evitare o andare incontro a problemi causati dallo sforzo eccessivo.

           

          Quali sono i problemi della terza età?

          In una società che conta un numero sempre maggiore di persone anziane e che si avvicinano all’anzianità, l’attenzione verso questa fase della vita sembra ancora inadeguata alle esigenze della popolazione. Infatti, anche se gli over 60 sono sempre più giovani, quando inizia la terza età la salute va controllata assiduamente e il bisogno di cure per la prevenzione o per contrastare una malattia aumenta.

          I problemi che gli anziani affrontano sono sia di natura fisica sia di natura psicologica.

          1. Disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico. Le tensioni muscolari, la debolezza ossea e i problemi a tendini e articolazioni sono molto comuni in età avanzata e spesso aggravano il rischio di deficit motori: questo, però, non deve spingere gli anziani a evitare il movimento e a stare in casa.
          2. Malattie respiratorie e cardiovascolari. I problemi di respirazione e di ipertensione sono molto comuni durante la terza età, ma svolgendo una cura e controllando l’alimentazione si può godere di una buona salute.
          3. Patologie neurologiche e degenerative. Le malattie che colpiscono il cervello e le abilità cognitive sono un problema molto grave in terza età e spesso danno origine a crisi anche a livello psicologico.
          4. Disturbi psicosomatici. Tachicardia, problemi gastrointestinali e urogenitali, e cefalee sono problemi psicosomatici legati alle preoccupazioni tipiche della terza età.
          5. Ansia e depressione. Queste patologie psicologiche colpiscono molto frequentemente gli anziani a causa del senso di solitudine, delle crisi di memoria e dei primi deficit cognitivi e motori. Per contrastarle è importante mantenere il contatto con l’ambiente sociale.
          6. Ipocondria. Una delle condizioni che colpiscono gli anziani quando inizia la terza età è la paura di ammalarsi e dover cambiare la propria vita.

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