Durante la terza età, il concetto di sentirsi bene e vivere con dignità non rappresenta solo un modo per continuare a sopravvivere, ma costituisce un diritto inalienabile per ciascun individuo.
Purtroppo, però, esiste un nemico subdolo, silenzioso in grado di condizionare non solo lo stato d’animo di una persona anziana, ma anche la qualità della sua vita e il suo benessere fisico: stiamo parlando della solitudine, una problematica definita dagli esperti come una vera e propria emergenza sociale.
La solitudine, infatti, può avere gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica; questo articolo, pertanto, esplorerà le cause e le conseguenze della solitudine degli anziani, offrendo suggerimenti pratici e risorse per combattere l’isolamento e promuovere un senso di appartenenza e benessere sociale.
Immergiamoci subito!
Le principali cause della solitudine degli anziani
Col passare degli anni a causa della perdita di autosufficienza e indipendenza, dovuta ad esempio, a una patologia che limita il movimento, può venire meno il semplice concetto di pensarsi e sentirsi autonomi.
La solitudine colpisce moltissimi anziani non autosufficienti a cui si possono sommare diverse altre problematiche: la morte del coniuge o degli amici più cari, figli e parenti lontani.
Questi fattori non fanno che contribuire al senso di solitudine, indebolendo anche quella fragile rete sociale da cui sono circondati.Basti pensare a quanto accaduto con la pandemia da Covid-19, un periodo di tempo piuttosto lungo che non ha fatto altro che acuire il senso di solitudine degli anziani a causa delle molteplici restrizioni imposte dal governo.
In un quadro psicosociale già generalmente critico e fragile, sentirsi quasi esclusi dalla vita quotidiana nonostante si sia trattato di misure cautelative adottate specialmente per il loro bene ha contribuito a far sentire ancora più sole o abbandonate le persone anziane.
Che dire delle conseguenze che questa condizione psicologica può apportare sulla salute mentale e fisica di una persona anziana?
Le conseguenze della solitudine degli anziani
I principali target di questo nemico silenzioso ma incredibilmente potente sono 2: la salute mentale e quella fisica.
Uno dei rischi più importanti associati a questa condizione è la depressione, la quale può influire pesantemente sulla salute mentale delle persone avanti con gli anni stimolando la produzione esagerata di cortisolo, sostanza responsabile dello stress.
Questo innesca un circolo vizioso fatto di disturbi del sonno, ipertensione, scarsa risposta immunitaria e, pertanto, un rischio aumentato di morte prematura.
Non solo, la solitudine è altresì associata a problematiche come l’ansia sociale o il disturbo ossessivo-compulsivo: uno studio condotto da un’università americana ha dimostrato la correlazione tra solitudine, demenza e disturbi neurocognitivi in soggetti che godevano di un quadro clinico piuttosto buono prima di iniziare a soffrire psicologicamente.
Con il passare degli anni, per i soggetti anziani coltivare delle relazioni sociali diventa sempre più una sfida: questo sgretola la rete di supporto di cui necessiterebbero, portandoli a non riuscire a soddisfare il bisogno di sentirsi appartenenti a un gruppo e di contare sulla vicinanza dei loro affetti.
La mancanza di sostegno emotivo è il click di accensione del senso di solitudine, evento che aumenta il rischio di insorgenza della depressione che, a sua volta, porta gradualmente l’anziano verso il declino cognitivo.
Nonostante le conseguenze della solitudine siano piuttosto gravi, esistono dei modi pratici per combatterla e per far sentire l’anziano amato, apprezzato e parte di un gruppo sociale che si interessi di lui: quali?
Vediamone alcuni!
Come combattere la solitudine degli anziani
Come detto, il miglior modo possibile per combattere il senso di solitudine che una persona anziana potrebbe provare è aiutandola a soddisfare i suoi bisogni di supporto emotivo.
In che modo è possibile fare ciò?
Spronandola a coltivare delle relazioni o degli interessi in modo tale da ricostruire intorno a sé una rete sociale in grado di sostenerla, di farla sentire coinvolta in un qualcosa e, pertanto, non più sola. A questo riguardo, sono moltissime e svariate le attività ricreative che consentono il miglioramento delle interazioni sociali e il contrasto del decadimento cognitivo.
Le attività più indicate sono di certo ciò che si adatta maggiormente alle passioni o alle inclinazioni che una persona anziana può nutrire; ad esempio, leggere un libro o il giornale, coltivare la passione per il giardinaggio, suonare uno strumento, praticare nei limiti del possibile un’attività fisica che non sforzi esageratamente il fisico, come il pilates o la ginnastica dolce, fare giochi che allenino la concentrazione e la memoria come i cruciverba, i puzzle o i giochi da tavolo, nonché prendere parte attiva a laboratori di pet therapy beneficiando così del contatto con gli animali. Senza dubbio, tutte queste attività non fanno altro che favorire la socializzazione, allenare le funzioni cognitive e prevenire problematiche neurologiche come la perdita della memoria, dell’attenzione o della coordinazione a causa dell’invecchiamento.
Soprattutto, tali attività rappresentano un validissimo antidoto contro la solitudine e il declino progressivo degli anziani, un toccasana che potrebbe ravvivare la loro voglia di sentirsi bene e amati.
A giovare è anche il desiderio di autonomia e d’indipendenza che potrebbero essere minati dalle ridotte possibilità di deambulazione a causa del semplice invecchiamento; a questo proposito, è possibile aumentare l’autonomia della persona acquistando un montascale a poltroncina per salire e scendere le scale in sicurezza senza l’aiuto di alcuno.
La solitudine degli anziani può essere combattuta e vinta se la persona avanti con gli anni si sentirà coinvolta in nuove attività e se riuscirà a coltivare nuove amicizie.
Solo così la depressione o le varie problematiche psicofisiche si allontaneranno a favore di una ritrovata gioia di vivere la terza età!
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